Minori, ‘il bagaglio’ di quelli non accompagnati: il racconto di DireDonne
Secondo appuntamento dell’aperitivo culturale di DireDonne. Il giornalista Luca Attanasio ha presentato il libro ‘Il bagaglio’
Articolo di Annalisa Ramundo su Dire Donne del 1 marzo 2019
ROMA – Africa subsahariana, Medio Oriente, Asia Minore. È il pezzo del difficile mondo da cui provengono circa sessanta ragazzi che hanno prestato le loro voci e storie di minori non accompagnati al giornalista Luca Attanasio nel libro ‘Il bagaglio’, presentato oggi pomeriggio nella sede dell’Agenzia di stampa Dire nell’ambito dell’aperitivo culturale di DireDonne ‘Minori stranieri non accompagnati’.
Un secondo appuntamento, tra informazione e arte, arricchito dalle coreografie sul tema del viaggio e della fuga dei ballerini del Visual Arts Departments, dalle letture dell’attrice Liliana Mele, e dagli interventi della deputata di +Europa, Emma Bonino, della giornalista e firmataria della legge sui minori non accompagnati Sandra Zampa, e di Padre Laurent Mazas del Cortile dei Gentili, che, tra le foto della mostra ‘Scatti liberi.
L’Africa negli occhi dei bambini’ hanno dialogato su “un fenomeno nel fenomeno”, a partire dalla domanda che ha dato il ‘la’ alla nascita del volume edito da Albeggi: perchè ultimamente si mettono in viaggio sempre più ragazzi di giovanissima età?
“Il primo motivo è di ordine politico- spiega il giornalista autore del libero- L’Europa è una fortezza inaccessibile e quando le famiglie decidono di investire su un elemento della famiglia da far arrivare in Europa, di solito investono su quello che una volta arrivato non viene rimandato indietro: il minorenne, che grazie alle convenzioni non può essere espulso”. Figli piccolissimi che le famiglie spesso sono costretti a strapparsi per affrontare un viaggio in cui, raccontano i ragazzi, “regolarmente vieni picchiato, torturato, violentato, privato di acqua, luce, cibo”. Un percorso intriso di morte, “perchè tutti i ragazzi che ho intervistato hanno visto due o tre persone perdere la vita prima di arrivare al Mediterraneo”.
Il secondo motivo, continua Attanasio, è “che le migrazioni e i viaggi richiedono di essere sempre più atletici, per saltare da una barca all’altra” e sperare di sopravvivere a situazioni durissime. Quali i numeri? Sono 12.360 nel 2015, molti dei quali scomparsi. Sfiorano i 26mila nel 2016, 16mila nel 2017, quando arriva la legge Zampa (47/2017), oltre 4mila nel 2018. È Sandra Zampa a mettere ordine in materia per “interrompere le tragedie di questi ragazzi”, con una legge su cui “impatta negativamente il decreto sicurezza”, sottolinea la firmataria, “perchè in Senato è stato tolto un passaggio molto delicato: il cosiddetto silenzio assenso, per cui se non arriva risposta per il permesso di soggiorno per un minorenne scatta il silenzio assenso”. Questo passaggio “è stato tolto- chiarisce Zampa- e questo significa che un ragazzo che ha un percorso di legalità, formazione e integrazione avviato, può vederselo immediatamente interrompere”.
Il pericolo è, sottolinea Zampa, “l’aumento dell’irregolarità”, che il decreto sicurezza sta drammaticamente acuendo creando, secondo Bonino, un vero e proprio “esercito”. Irregolarità che Bonino racconta con una storia, quella di “due ragazzi che lavoravano ai grandi magazzini di Milano a cui scade il permesso di soggiorno e si sono trovati dall’oggi al domani con l’affitto triplicato dal proprietario. Non avendo i soldi- spiega la deputata- sono finiti alla stazione di Milano e ora vivono lì, dopo aver cercato un lavoro in nero”. Un meccanismo che rende la vita “impossibile” e li costringe, aggiunge Zampa, “alla prostituzione, a diventare prigionieri o schiavi della microcriminalità”. E punta il dito sulla politica: “Io penso che ci sia una volontà precisa, perché più queste persone vengono rese irregolari più si crea fastidio in chi non si chiede di chi è la responsabilità.
“Ogni roccia rappresenta una tomba”, scrive Adama, partito dal Senegal appena 16enne, oggi a Torino, tra i minori coinvolti da Attanasio per un esperimento letterario, “la parte del libro a cui sono più affezionato”: racconti del loro passaggio nel deserto, senza editing. Eccone uno: “Queste persone sono state morte nel corso di questo pericolo viaggio attraverso il deserto- continua- Alla ricerca di una fortuna pensando che là giù è migliore di quella che pensava di avere. Con la sempre insufficiente conoscenza del futuro e questo si chiama in un caso speranza e in una altro incertezza del domani”.
Speranza raccontata dalle foto dei ragazzi di ‘Scatti liberi. L’Africa negli occhi dei bambini’, voluta dal Cardinal Ravasi e dal Cortile dei Gentili e curata da Mohamed Keita, 25enne ivoriano migrato in Italia a causa della guerra civile che ha deciso di tornare in Africa per dare ad una decina di ragazzi un’alternativa alla strada, attraverso la fotografia. Alla sua storia è dedicato il primo capitolo del libro: senza bagaglio.